Dopo 14 anni di calvario giudiziario, Julian Assange si è dichiarato colpevole di cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale davanti alla giustizia americana nel tribunale di Saipan, Isole Marianne Settentrionali. Questo faceva parte di un patteggiamento concesso dal presidente Joe Biden, permettendo ad Assange di tornare in Australia come uomo libero. Assange, apparso calmo e di buon umore, ha scherzato con la giudice Ramona Manglona dopo essersi dichiarato colpevole.
Condannato a cinque anni e due mesi, esattamente il tempo già trascorso in carcere, Assange ha sottolineato che il Primo emendamento e l’Espionage Act sono in contraddizione, ma ha accettato che sarebbe stato difficile vincere una causa del genere. WikiLeaks ha annunciato la sua imminente partenza per l’Australia, criticando il patteggiamento. Il governo australiano, che aveva fatto pressione su Washington, ha accolto positivamente l’accordo.
Insomma Julian Assange, per tornare libero e lasciare il carcere nel Regno Unito, ha dovuto dichiararsi colpevole e patteggiare la pena relativa alla fuga di notizie riservate sulle violenze commesse dall’esercito USA in Iraq e Afghanistan. Il Partito Pirata saluta la libertà di questo martire ma non concorda con questa verità di comodo, ottenuta in condizioni chiaramente costrittive fino ad essere considerate una tortura.
Soprattutto il problema è che il governo statunitense, con il concorso del governo britannico e svedese, hanno messo in atto una azione di inaudita gravità per perseguire e condannare Assange solo per aver svolto il proprio lavoro di giornalista. Questo è un precedente gravissimo e preoccupante, che ha un con un chiaro intento intimidatorio nei confronti della libera informazione.